Incontri ravvicinati con Gian Lorenzo Bernini
L’intervento di Conservazione e Restauro delle superfici dei casini e delle quinte architettoniche della Collegiata di Santa Maria Assunta in Cielo ad Ariccia
di Daniela Borgese
Essere coinvolti nella progettazione dell'intervento di Conservazione e Restauro delle superfici dei casini e delle quinte architettoniche della Collegiata di Santa Maria Assunta in Cielo di Gian Lorenzo Bernini è un'occasione per cominciare un dialogo diretto con uno dei maestri del barocco. Avere la possibilità di confrontarsi direttamente con il monumento cercando di comprendere e interpretare il testo architettonico è un privilegio che dà gioia e fa capire quanto sia importante fare un lavoro che si ama. La Chiesa della Collegiata è stata già restaurata dalla Soprintendenza SABAP, ma le superfici delle quinte architettoniche e dei casini non sono state incluse in questo primo intervento (per carenza di fondi). Lo stato di fatto, con la differente cromia tra Chiesa e Casini (Casino del Governatore e Casino del Ministro), nega quell’unicum architettonico progettato da Bernini. Il progetto di Conservazione vuole completare l'intervento di restauro delle superfici per riportare l'opera berniniana alla sua lettura originale.
La Collegiata di Santa Maria Assunta in Cielo fu costruita sotto il pontificato di Papa Alessandro VII Chigi, tra il 1661 e il 1665, con la creazione di una nuova grande piazza rappresentativa nel Comune di Ariccia. Opera matura del Bernini, è composta da un volume cilindrico sormontato da una cupola semisferica, affiancata da due edifici (i Casini), progettati in maniera tale da essere proporzionalmente e architettonicamente in diretto rapporto con la Rotonda. L'edificazione dei casini laterali e dell'ambulacro che avvolge la rotonda è contemporanea a quella della chiesa, secondo uno schema molto caro a Bernini: la simmetria ad ali sporgenti, o trittico, composto dalla rotonda e il suo pronao e i due edifici laterali porticati. Il corpo centrale della chiesa è avvolto da due strutture murarie curve, decorate da paraste binate tuscaniche, sormontate da una trabeazione ionico-attica su cui si imposta una balaustra in peperino che continua anche sui due casini.
Il rilievo realizzato per il progetto di restauro ha messo in luce diverse irregolarità costruttive che possono essere interpretate come accorgimenti prospettici realizzati dal Bernini per ottenere la simmetria voluta rispetto alla piazza irregolare. Le differenze più evidenti si registrano negli emicicli: presentano diverse altezze e la linea di chiusura sommitale è inclinata (segue la pendenza del piano di calpestio), anche il partito architettonico non è speculare tra le due quinte (come invece potrebbe apparire guardandolo dalla piazza). Osservando i due casini si coglie subito la simmetria dei due corpi di fabbrica rispetto alla chiesa, creata dalle colonne del portico e dalla linea di chiusura (costituita dalla balaustra in peperino). Anche in questo caso la continuità visiva del complesso è creata con un piccolo esercizio di stile: studiando i due casini si scopre subito che tra i due attacchi a terra c’è una differenza di quota di circa 50 cm, risolta dal Bernini con l’inserimento di un piedistallo sotto la base delle paraste binate del casino di sinistra (quello del Governatore). Questo piccolo accorgimento permette di garantire una continuità visiva dei prospetti, annullando la pendenza del piano di calpestio.
Lo studio delle fonti ci rivela che la storia di questo monumento è legata a continui interventi di manutenzione e di restauro, soprattutto riguardanti la protezione delle murature, tramite nuove tinteggiature e intonaci. Tutto ciò trova corrispondenza nell’analisi dei materiali e delle tecniche costruttive realizzate, con cui si è potuto costatare che il complesso è costruito in murature listate in mattoni, composte da elementi non squadrati di tufo e peperino, legati insieme con malta di calce, e rivestite con diversi strati di intonaco e stucco dipinto.
Questa operatività trova riscontro nella determinazione di rinunciare a materiali di pregio in favore di una strategia tecnica, quale la stesura di manti protettivi, intonaci e scialbi, che si configura come perfettamente rispondente all’idea barocca di esaltare l’immagine progettata al posto del trionfo della ricchezza materica, limitante dal punto di vista cromatico.
Nell’ambito della valutazione della Collegiata, il tema del colore non risulta affatto secondario. In qualità di materiale di finitura esterna, concorre ad evidenziare la continuità delle superfici, ad esaltarne gli attributi scenografici e a definire la facies urbana dell’ambiente circostante, esaltando il carattere di unità, coerenza e complessità stilistica che sono insiti nell’opera berniniana.
La facies del complesso dell’Assunta si identifica nella storia dei suoi intonaci e dei suoi stucchi e, proprio per questo, si è operato uno studio approfondito dello stato di fatto prima di formulare una proposta di intervento.
Tutti i prospetti presentano un avanzato stato di degrado legato alla presenza di umidità di risalita e umidità da ruscellamento delle acque meteoriche, dovuta all’ormai fatiscente sistema di smaltimento delle acque piovane. Durante il rilievo si è potuto realizzare un volo con drone per indagare lo stato di conservazione delle porzioni sommitali delle due quinte architettoniche. Dalle foto aeree si evince che alcune campate nascondono terrazzi privati e piccoli giardini interni. In queste aree la facciata posteriore della quinta architettonica rimane esposta alle piogge battenti senza alcun presidio di salvaguardia, provocando la perdita totale o il degrado avanzato degli intonaci. Nel corso degli anni, la mancanza dello strato protettivo ha comportato il dilavamento sulle facciate, che a sua volta è stata la causa delle copiose infiltrazioni nel nucleo della parete. Questo fenomeno crea all’interno della muratura un’umidità persistente, che è l’origine dei principali degradi evidenziatisi entrambi i prospetti dell’emiciclo. Prima di procedere al restauro conservativo degli intonaci delle facciate degli emicicli, si ritiene necessario intervenire per bonificare e proteggere queste porzioni di parete esposte alle intemperie. Questo permetterà di creare un’impermeabilizzazione naturale della parte posteriore delle aree interessate da questi fenomeni di deterioramento con la conseguente protezione dei prospetti berniniani.
Il progetto si pone come obiettivo quello di eliminare o almeno ridurre sostanzialmente le cause che hanno originato lo stato di degrado analizzato. Si opererà un intervento di miglioramento dell’attuale sistema di raccolta delle acque meteoriche per garantire una regimentazione dei displuvi per rimuovere ogni possibile dilavamento sulle superfici intonacate dei due casini e degli emicicli. Questo semplice accorgimento permetterà l’eliminazione del dilavamento sugli intonaci originari spesso dovuto a rotture o intasamenti dei pluviali, oltre che la valorizzazione del monumento eliminando l’impatto visivo dei discendenti attuali.
L’intervento previsto in copertura e sulle facciate posteriori delle quinte architettoniche non è esaustivo per eliminare i degradi dovuti alla presenza di umidità, a tal fine si prevede la realizzazione di un cavedio di areazione perimetrale (su entrambi gli emicicli) per aumentare la ventilazione al piede delle murature e diminuire la presenza di umidità di risalita. Per ottenere un buon risultato è necessario che questo cavedio sia costantemente ventilato e per garantire il passaggio dell’area si è progettato un elemento in acciaio che permetterà una continua ventilazione naturale evitando, inoltre, tagli e fori sulla muratura originaria. Questo elemento svolgerà anche la funzione di dissuasore per le macchine proteggendo la parte bassa degli intonaci e in più sarà dotato di un punto luce led per l’illuminazione dei percorsi delle due quinte architettoniche. La realizzazione di questo cavedio di areazione insieme alla bonifica prevista per gli intonaci posti in prossimità dell’attacco a terra permetterà una sostanziale riduzione dell’umidità di risalita
Tra gli interventi di restauro si prevede un ciclo di desalinizzazione della fascia bassa di tutti gli emicicli. La sintesi di tutti questi interventi permetterà la realizzazione di un intervento misurato ed efficace per eliminare l’umidità, causa principale di tutti i degradi mappati su tutte le superfici della fabbrica Berniniana.
La successiva fase di studio ha reso necessaria la mappatura dei materiali costituenti e l’approfondimento sulle superfici esterne con la conseguente e necessaria mappatura dei degradi presenti. Questo tipo di campionatura ha permesso di leggere la stratificazione degli scialbi sugli intonaci originari delle fabbriche. Si è potuto stabilire che gli strati originari dell’intonaco sono ancora presenti e solo in alcuni punti risultano costituiti con piccole integrazioni o strati sovrapposti di finitura in malta cementizia. Negli ultimi anni e solo in particolari punti si riscontra anche la stesura di alcune vernici.
Il progetto di Restauro considera puntualmente gli interventi più corretti per ogni patologia, con la stesura finale di una scialbatura che possa uniformare le coloriture e i prospetti secondo la pratica del restauro.
Le tavole redatte per il progetto sono la sintesi ragionata dell’Anamnesi. Si interviene sulle cause del degrado con interventi mirati che tengano in considerazione le modalità più corrette per eliminare i degradi in relazione ai differenti materiali su cui si sono formati. Le tavole di progetto si basano sulla mappatura dei degradi per fornire la specifica dell’intervento, per ogni patologia.
Una volta realizzati tutti gli interventi sopradescritti, si opererà una scialbatura con latte di calce colorata con inerti terrosi e ossidi, secondo le coloriture già scelte dalla soprintendenza per il restauro della Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo.
Lo studio finalizzato al restauro è un processo di comprensione che diventa un percorso di appropriazione dell’opera, la redazione di un progetto di restauro obbliga a un approfondimento della conoscenza teorica e materica sul monumento, questo processo permette una c omprensione profonda dell’atto progettuale e costruttivo originario, ciò è quello per cui, dopo aver progettato e seguito un intervento di restauro ci si sente parte integrante della vita del monumento, e questo ,nella mia personale esperienza, lo renderà parte integrante della nostra formazione, della nostra vita. Grazie a tutto questo, la Collegiata di Santa Maria Assunta in Cielo ad Ariccia diventerà un dialogo personale con il grande Maestro e sarà uno dei piccoli tesori da custodire nel nostro percorso professionale.